E io a lui: “I’ mi son un che, quando Amor mi spira, noto,
e a quel modo ch’è ditta dentro vo significando”
Dante: Purgatorio XXIV, 52,54
Quale modo migliore del partire da questa citazione, in questo anno 2021 di celebrazioni Dantesche, per iniziare a raccontarvi il legame speciale che lega Dante Alighieri e Carlo Battaglia?
Nella dedica del bellissimo libretto dal titolo “chi pinge figura” di Carlo Battaglia (Dicembre 2004) la citazione di Dante si completa:
“Chi pinge figura,
se non può essere lei,
non la può porre.”
Dante: Convivio, trattato quarto, canzone terza, vv.52,53
Come ho potuto raccontare nella presentazione del libro su mia madre Carla Panicali, di cui potete vedere 18 minuti su YouTube al link seguente
… Carlo Battaglia leggeva Dante continuamente, al termine di ogni giornata, a mia madre che ascoltava, e per far questo avevano copie dell’opera completa sia a Roma, che alla Maddalena che a New York.
Flaminio Gualdoni è stato il primo ad accorgersi di questa continua ispirazione a Dante nel lavoro di Carlo Battaglia (EDIZIONI DE LUCA, 2001) ma non ha voluto approfondire più che tanto l’accenno a:
“a passage from Dante (passing through Pound)”.
Quello che vorrei fare qui io è di chiarire meglio, sulle basi della nostra storia comune, questo legame. Quando leggiamo il titolo di un’opera come:
GIRAR CON TUTTE L’ACQUE – 1987 – Olio su Tela – 154×138 cm
Il riferimento a Dante non potrebbe esser più chiaro:
quando n’apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avëa alcuna.
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto;
ché de la nova terra un turbo nacque
e percosse del legno il primo canto.
Tre volte il fé girar con tutte l’acque;
a la quarta levar la poppa in suso
E la prora ire in giù, come altrui piacque,
Infin che ‘l mar fu sovra noi rinchiuso.
Dante: Inferno XXVI, vv.134,142
Ma vorrei mettervi in guardia dall’interpretare nello stesso modo un altro titolo:
ARCIPELAGO CANTO IX – 1988 – Olio su Tela – 130×165 cm
perché in questo caso dobbiamo tenere presente altri dati: Sul Catalogo-mostra “I colori della Pittura”, Roma, 1976, è Carlo stesso a scrivere così, spiegandoci cosa ha ispirato Gualdoni nel passaggio precedente:
Credo, per lo meno per quel che mi riguarda,che per fare qualcosa che abbia realmente senso , un significato duraturo voglio dire, ci voglia molto tempo, un lungo lavoro di liberazione da una cultura di morti, la ricerca di un senso vero delle proprie tradizioni e identità, il capire che la qualità, mentale e manuale, è regola nobilitante, che l’estetica finisce per coincidere con l’etica. “Voi che credete di passare per l’inferno in fretta e furia” (Ezra Pound, canto XLVI )
In altre parole, nei titoli di Carlo Battaglia, la parola CANTO può anche essere un riferimento ad Ezra Pound, i cui CANTOS erano un’altra delle sue letture preferite.
Direte: “se non è l’uno è l’altro, è semplice” … e invece no, l’altro dato inconfutabile è che la serie ARCIPELAGO termina al numero XXVI, e tutti i numeri intermedi risultano usati per i titoli di opere diverse, della stessa serie, senza errori o interruzioni. Né riferimento a Dante né ad Ezra Pound quindi, ma numerazione chiara e metodica, sinché una serie termina perché la sua ispirazione pittorica apre un’altra strada.
Verissimo è che un riferimento a Dante torna, alla bisogna, con un titolo splendido come:
E LONTANO I LESTRIGONI – 1995 – Tempera su Tela – 47x180cm
e se la curiosità vi porta a cercar di scoprire chi sono i Lestrigoni, troverete:
Se per Itaca svolgi il tuo viaggio,
fa voti che ti sia lunga la via
e colma di vicende e conoscenze
Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi
Ulisse in Dante, Inferno, Canto XXVI
Siete disorientati? Non più, penso… pensate a Dante e Pound come fedeli compagni di viaggio, e a Carlo Battaglia che dialoga continuamente con loro. Ascoltiamo la sua voce, mentre parla della propria pittura:
Il mio lavoro è dedicato ormai da diciotto anni al tema del mare;
i colori che fanno parte della gamma del blu sono protagonisti. Dalle “Maree” del ’70 alle “Immagini Parallele” del ’76, dalle “Riflessioni” del ’77 alle “Oltremarina” dei primi anni ’80.
Il blu è il colore del cielo, del mare, quindi dell’infinito e del movimento.
E’ il colore più mentale che esista. …
E poi… e poi l’immagine evocata dalla parola quando è così visionaria da diventare magicamente visiva. L’Azur di Mallarmé, e per rimanere vicino alle mie fonti d’ispirazione, l’apparizione del cielo nel Purgatorio
“dolce colore d’oriental zaffiro”
Presagio di quell’altro cielo che diverrà presenza mistica, “essenza” nel Paradiso di Dante
“onde si coronava il bel zaffiro
Del quale il ciel più chiaro s’inzaffira”.
Da “Quale Blu” Carlo Battaglia
L’avete notato? Nel momento stesso in cui Carlo Battaglia , in un suo scritto, sente l’esigenza di far maggiore chiarezza (claritas), trova perfettamente naturale introdurre nel filo del discorso le parole di Dante.